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Il segmento testuale Repubblica di Weimar è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 77Entità Multimediali , di cui in selezione 14 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 424

Brano: [...]oncause dello scoppio della Prima guerra mondiale. Entrato nel conflitto nel 1914 con l’orgogliosa consapevolezza di essere imbattibile, l’esercito prese ben presto in mano le redini non solo della conduzione strategica, ma anche di quella politica del conflitto. Il governo militareombra guidato da Paul von Hindenburg (v.) ed Erich Ludendorff (v.) esautorò di fatto l'imperatore e i partiti politici tradizionali dalla gestione del paese.

Nella Repubblica di Weimar

Con l’avvicinarsi della sconfitta, con abile mossa il vertice militare cedette nuovamente ai partiti i poteri straordinari, consegnando loro un paese sconfitto e nel caos. In questo modo l’esercito poteva allontanare da sé le responsabilità della sconfitta, inventando e alimentando la leggenda della « pugnalata alle

spalle » che sarebbe stata inferta dai “politici” corrotti ai valorosi “militari” e respingendo parimenti le responsabilità della firma dell’iniquo trattato di Versailles (v.).

Nel 1918 la Repubblica di Weimar nacque quindi su basi molto fragili, tantoché fu giocoforza ri[...]

[...]ilitare cedette nuovamente ai partiti i poteri straordinari, consegnando loro un paese sconfitto e nel caos. In questo modo l’esercito poteva allontanare da sé le responsabilità della sconfitta, inventando e alimentando la leggenda della « pugnalata alle

spalle » che sarebbe stata inferta dai “politici” corrotti ai valorosi “militari” e respingendo parimenti le responsabilità della firma dell’iniquo trattato di Versailles (v.).

Nel 1918 la Repubblica di Weimar nacque quindi su basi molto fragili, tantoché fu giocoforza rimettere ben presto in sella quegli stessi ufficiali (a eccezione di Ludendorff, fuggito all’estero), ai quali dovevano invece essere oggettivamente attribuite tutte le responsabilità per la catastrofica conduzione della guerra. La socialdemocrazia, che aveva dovuto assumersi un ruolo fondamentale nella neonata repubblica, fu costretta a scendere a patti con l’esercito (accordo fra Gustav Noske (v.) e Groener), che era l’unica forza organizzata mantenutasi intatta grazie alla ferrea e consolidata tradizione gerarchica, per sconfigge[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 235

Brano: [...]iche sfugge al suo segno: i borghesi « irreprensibili », i capitani d’industria, i « difensori della patria », gli uomini d’ordine, le signore « bene » non hanno segreti per lui. Egli li scopre, ne mostra la disgustosa nudità sotto le loro marsine, le loro divise, le toilettes raffinate e ne fa affiorare, nella fisicità così brutalmente messa a nudo, gli istinti laidi e crudeli.

Allo stesso modo Grosz non risparmiò nessuno dei dirigenti della Repubblica di Weimar. Le sue simpatie, come quelle di molti altri intellettuali del tempo, andavano verso l’organizzazione spartachista, che tentò di reagire alla repressione e al ripiegamento a destra della

John Heartfield: « La mano ha 5 dita / Con 5 respingi il nemico / Vota la lista 5 / Partito comunista ». Manifesto per le elezioni del 1928 in Germania

socialdemocrazia con l’insurrezione del gennaio 1919.

Coerente con se stesso, cinque anni dopo Grosz fondò insieme a John Heartfield, già suo compagno dadaista, il Gruppo Rosso, per contribuire, come afferma il documento di fondazione, « in strettissi[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 234

Brano: [...]rghese, tutta una letteratura di tipo documentario (il reportage sociale) si affermava come vero e proprio genere nuovo.

Si notò insomma, aH’interno dell’espressionismo nato come « protesta dei sentimenti », lo svolgersi e il prender consistenza di un‘ espressionismo « realistico », più direttamente collegato ai problemi dell’uomo nei suoi rapporti con la società.

Questo modo nuovo di porsi davanti alla realtà, che durante il periodo della Repubblica di Weimar (v.) si sarebbe tradotto in opere di alto e originale valore, era maturato negli anni della guerra.

E. Piscator mette ciò in evidenza in un suo saggio del 1929: « Se fino allora avevo sempre veduto la vita attraverso le lenti della letteratura, in seguito alla guerra era avvenuto un rovesciamento: ormai potevo vedere l'arte e la letteratura soltanto attraverso le lenti della vita. D’altra parte la guerra aveva agito come un gigantesco aspirapolvere, portandosi via tutti i ricordi di prima. Ero costretto a " ricominciare completamente da principio ”. Quello che incominciai a fare in quel mo[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 354

Brano: [...].1956. Poeta, scrittore, teorico del teatro, fu il più grande drammaturgo della letteratura tedesca contemporanea, e una delle figure più rappresentative nella storia del teatro di tutti i tempi. La sua opera, che si colloca nella crisi politica e culturale della Germania fra le due guerre mondiali e, durante il secondo conflitto mondiale, tra le file dell’emigrazione antifascista, è strettamente legata alle battaglie politiche e culturali della Repubblica di Weimar e del movimento operaio tedesco. Ciò soprattutto a partire dal 1926, epoca intorno alla quale si accostò più strettamente alle posizioni del Partito comunista, avviandosi anche al superamento della fase espressionista con la quale aveva imzialmente manifestato la sua protesta contro la società capitalistica, sin dai primi lavori teatrali maturati nel clima della guerra e della rivoluzione di novembre [Baal, 1918; Tamburi nella notte, 1919). Trasferitosi nel 1924 a Berlino dalla natia Augusta, prestò la sua opera nel teatro berlinese di Max Reinhardt e collaborò con Piscator in alcuni famosi s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 13

Brano: [...]ia, che non era stata e che non sarà mai scritta... ».

(Citato in W. L. Shirer, Storia del Terzo Reich, Einaudi, Torino 195960).

Hindenburg, Paul Ludwig von

N. a Posen (oggi Poznan, Polonia) il 2.10.1847, m. a Neudeck il 2.8. 1934; feldmaresciallo tedesco e presidente del Reich.

Tra le più spiccate personalità militari tedesche del secolo, fu una delle figure che maggiormente influirono nello svuotare il tentativo democratico della « Repubblica di Weimar » e nel favorire l’avvento al potere del nazionalsocialismo in Germania (v.), anche grazie ai legami di classe che lo univano alla nobiltà agraria prussiana e ai vincoli della tradizione militare, che facevano corpo con le caratteristiche sociali deH’ambiente familiare nel quale era nato.

Avviato ben presto alla carriera militare dal padre (ufficiale prussiano egli stesso), a soli dodici anni entrò nella scuola di cadetti di Wahlstatt (1859) e nei decenni che precedettero la Prima guerra mondiale percorse tutti i gradi della gerarchia militare: sottotenente nel 1866, ebbe il battesimo del [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 84

Brano: [...]co Friedrich Adler (v.) e cosegretario l’inglese laburista Tom Shaw che, qualche mese dopo, lasciò l’incarico per divenire ministro nel governo di Ramsay MacDonald. La

1.0.5. rimase di fatto per qualche tempo alle dipendenze delle centrali laburiste britanniche. Tutti i membri del Comitato amministrativo erano inglesi e Londra divenne sede dell’organizzazione.

Dinanzi all’ondata reazionaria che andava salendo in Europa (disgregazione della Repubblica di Weimar, colpo di stato di Primo de Rivera in Spagna, avanzata del fascismo in Italia), l’Internazionale socialista continuò una politica op

portunista, rifiutando l’alleanza con i comunisti per un fronte antireazionario e antifascista e perfino arrivando, come avvenne in Bulgaria nel settembre 1924, ad appoggiare la repressione armata contro di essi.

I Congresso

Benché le forze conservatrici stessero affermandosi in Europa e il movimento operaio occidentale fosse sempre più direttamente minacciato, nella sua relazione al | Congresso (Marsiglia, 1925) la segreteria dell'I.O.S. affermava — su[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 110

Brano: [...]rio, Intr. di N. Matteucci, Bologna, 1973 (ed. or. 1957); F.

Neumann, Behemoth. Struttura e pratica del nazionalsocialismo, Intr. di E. Collotti, Milano, 1977, ed. or. 1942).

E. Co.

Neurath, Konstantin von

N. a Klein Glattbach (Wùrttemberg) il 2.2.1873, m. a Finzweilingen il 14.8.1956; diplomatico tedesco.

Di nobile famiglia di proprietari terrieri, nel 1908 entrò nel corpo diplomatico dell'impero germanico (v. Germania). Sotto la repubblica di Weimar ricoprì funzioni di capomissione presso Stati esteri, in particolare come ambasciatore in Gran Bretagna (193032). Fu per l’appunto da Londra che il 2.6.1932 fu richiamato in patria per far parte del cosiddetto « gabinetto dei baroni », costituito da von Papen, nella qualità di ministro degli Esteri del Reich.

Nella « Repubblica di Weimar »

Uomo di concezioni rigidamente conservatrici e moderatamente autoritarie, il barone von Neurath vide nel tentativo di von Papen il momento della riscossa delle forze conservatrici e, in cuor loro, legate alla tradizione monarchica del secondo Reich contro il parlamentarismo e la democrazia weimariani. Da allora fu elevato a una carica che se non rispondeva a doti di uomo di stato, quali egli non aveva, esprimeva bene tuttavia l’adesione del funzionario e del servitore dello Stato, come entità astratta della tradizione prussiana, a ideali di ordine e di restaurazione. Con tali intendiment[...]

[...]ile di tutti e quattro i capi di imputazione ascritti ai. principali responsabili dei crimini nazisti, von Neurath protestò la sua estraneità alle decisioni supreme della gerarchia nazista, sostenendo di avere voluto con la sua permanenza nella carica moderare l’aggressività ; deH’espansionismo nazista. In effetti, egli si trovò a condividere la linea di quei conservatori che fu* rono spinti dalla polemica contro Versailles e dall’odio contro la repubblica di Weimar a vedere nel nazismo il vindice delle umiliazioni sofferte e l’artefice della rinascita della Germania, temendo addirittura nel nazismo l’esistenza di un movimento rivoluzionario.

Inadatto al ruolo che sarebbe stato richiesto dal dinamismo ormai impresso alla politica nazista, von Neurath offrì a Hitler le dimissioni, che furono accettate il 4.2.1938 nel quadro del rimpasto politico (gli successe, come ministro degli Esteri del Reich, von Ribbentrop) e militare, destinato a consolidare il vertice nazista in vista di una probabile congiuntura bellica.

II congedo di von Neurath dal minist[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 607

Brano: [...]cendio di conventi e chiese ad opera di piccoli gruppi, però coperti dalle masse popolari che assistevano con indifferenza ironica » (Vilar). Tutto ciò non poteva migliorare né rafforzare il nuovo sistema politico che, con fatica, cercava di darsi una credibilità.

Lo scontro sociale

L'Assemblea costituente eletta il 28.6.1931 diede rapidamente vita alla Costituzione (che sarà approvata il 9 dicembre), creata sul model

lo di quella della Repubblica di Weimar (v. Germania) : la Spagna vi era definita una « repubblica di lavora

tori » e veniva adottato il suffragio universale, esteso anche alle donne. Ma gli effetti della crisi mondiale del 1929 si fecero sentire anche nella Penisola Iberica e il governo cominciò a intervenire pesantemente contro le manifestazioni sociali e sindacali: nel luglio 1931 caddero a Siviglia le prime vittime; nel gennaio 1932, in alcuni pueblos delle zone montuose della Catalogna fu proclamato il comuniSmo libertario: l'esercito “ristabilì lordine” e i drrigenti furono deportati. La Federación anarquista ibèrica (F.A.[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 467

Brano: Segni, Antonio

scatori di Santa Barbara, drammatico resoconto di uno sciopero fallito, che le valse nella Repubblica di Weimar il Premio Kleist. Nello stesso anno aderì al Partito comunista tedesco, condividendone poi le lotte contro il nascente nazismo. Costretta ad abbandonare la Germania dopo l'avvento di Hitler al potere, trascorse gli anni successivi in esilio, approdando in Messico e, durante la guerra civile, nella Spagna repubblicana. Nel 1942 pubblicò negli Stati Uniti La settima croce.

Ritenuto il suo libro più importante, “La Settima croce” racconta la storia di sette deportati evasi da un lager nazista. Utilizzata dal l'industria cinematografica americana per farne un film di successo commerciale nel s[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 277

Brano: [...]ra aderì al P.S.I. (1924), nella frazione massimalista. Nel 1927, nonostante l’ammonizione comminatagli dalle autorità fasciste, proseguì la lotta collegato al gruppo antifascista clandestino di Borgosesia, guidato da Pietro Vigna e collegato al gruppo “Erba” di Milano.

Arrestato il 2.8.1938 e deferito al Tribunale speciale, il successivo 25 maggio fu condannato a 5 anni di reclusione.

P.Am.

Rote Fahne, Die

Quotidiano comunista della Repubblica di Weimar, la “Rote Fahne” (Bandiera rossa) iniziò le pubblicazioni il 9.11.1918 come organo dello Spartakusbund. Con il numero 45 del 31.12.1918 il giornale divenne organo centrale dell’appena costituito Partito Comunista tedesco (K. P.D.), sotto la direzione di Rosa Luxemburg (v.) e Karl Liebknecht (v.).

I due ultimi articoli dei due dirigenti rivoluzionari apparvero nei numeri del 14 e 15.

1.1919, dopo il fallito tentativo insurrezionale di Berlino e mentre ancora si ignorava la tragica sorte dei loro autori.

La vita del giornale proseguì in forma legale fino aH’awento dei nazisti al potere[...]

[...], sotto la direzione di Rosa Luxemburg (v.) e Karl Liebknecht (v.).

I due ultimi articoli dei due dirigenti rivoluzionari apparvero nei numeri del 14 e 15.

1.1919, dopo il fallito tentativo insurrezionale di Berlino e mentre ancora si ignorava la tragica sorte dei loro autori.

La vita del giornale proseguì in forma legale fino aH’awento dei nazisti al potere (febbraio 1933), su

bendo tutti i contraccolpi delle vicende politiche della repubblica di Weimar, quindi dei frequenti e spesso radicali cambiamenti di linea del partito, oltre alle misure repressive del governo.

Nel numero dell’1.10.1932 “Die Rote Fahne” pubblicò un diagramma, dal quale risultavano i giorni di soppressione che le erano stati imposti dal momento della sua nascita: complessivamente 779 sequestri nel corso di 12 anni, in media più di uno alla settimana.

Numerose sospensioni furono imposte al giornale tra gli ultimi mesi del 1932 e l’inizio del 1933. Dopo l'ascesa di Hitler alla cancelleria del Reich (30.1.1933) venne proibito per quattro giorni (dal 4 al 7 febbraio),[...]

[...]soprattutto documenti o appelli dal centro del partito.

Nella bibliografia a cura di Enzo Collottl (Die Kommunistische Partei Deutschlands, Milano, 1961), sono indicati i principali articoli apparsi su “Die Rote Fahne” fino al 1933, riguardanti la vita interna di partito e i dibattiti ideologici nella K.P.D., i rapporti con l’Internazionale Comunista, le più importanti prese di posizione della K.P.D. sugli sviluppi politici ed economici della repubblica di Weimar e sulla situazione politica mondiale. Si veda anche: Kurt Koszyk, Deutsche Presse 19141945, Berlin 1972. Documenti della “Die Rote Fahne” illegale sono riportati in Geschichte der deutschen Arbeiterbewegung, Band 5, Berlin, 1966.

An.Pa.

Roter Frontkàmpferbund

Organizzazione proletaria fondata nel maggio 1924 dalla Centrale del Partito comunista tedesco (K.P.D.) dopo la nascita della analoga associazione socialdemocratica Reichsbanner (Bandiera del Reich), nella quale non erano ammessi i comunisti.

Costituita dapprima solo a livello locale, a partire dall’agosto 1924 la “Lega rossa[...]


successivi
Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Repubblica di Weimar, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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